FANO-MILANO
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​CENTRALE FESTIVAL 16


6-21 giugno 2025
Rocca Malatestiana
Piazzale Malatesta, Fano


ADRIANO ALTAMIRA
​
VISTI PER CASO


TESTO DI LUCA PANARO

L’opera di Adriano Altamira permette di riflettere su alcune problematiche sempre attuali nell’arte contemporanea, in primo luogo la lettura critica e l’attenzione al visivo come strumento di ricerca. L’artista lo fa a partire dagli anni settanta con la celebre serie Area di Coincidenza, dove lo studio e l’analisi dell’immagine sono al centro della sua pratica. Lo stesso atteggiamento lo ritroviamo in lavori più recenti come Visti per caso dove Altamira, a partire dagli anni novanta, riconosce il potenziale estetico di oggetti di piccole dimensioni che vengono resi monumentali dalla fotografia, capace di far risaltare certi aspetti che non si scorgono nell’originale. In entrambi i casi l’immagine fotografica è utilizzata come uno strumento concettuale per condurre un’indagine visiva colta e raffinata, è lo stesso autore a notare come nel primo lavoro la fotografia rappresenti uno strumento oggettivo di trasmissione dei dati, nel secondo le immagini assumono invece una valenza più pittorica. In Area di Coincidenza l’artista mette in sequenza opere simili di autori diversi, e di epoche differenti, come i sederi ripresi da Man Ray, Guy Boudin, Michelangelo Giuliani, Günter Rambow. I riflessi sul volto nei soggetti di René Magritte, Urs Lüthi, Duane Michals. Tre immagini di mucche con una simile geografia, nove impronte di mani, una sequenza di uova d’artista, oggetti impacchettati, l’ambiguità tra il dolore e il piacere in alcune tavole a fumetti, alterazioni del volto nella ritrattistica d’autore. La serie fotografica insiste “sulla ricorrenza e persistenza delle costanti culturali”, come suggerisce lo stesso Altamira, “tende a far rilevare continue analogie tra fatti apparentemente slegati, o solo casualmente collegati tra loro per datazione, origine o provenienza”. Anche in Visti per caso l’artista sembra rivolgersi in modo particolare allo spettatore, offrendogli uno strumento per potenziare la propria visione critica. Tematiche che se rilette oggi alla luce dell’attuale società mediatica, risultano quanto mai pionieristiche e d’insegnamento per le nuove generazioni. In questi lavori emerge la necessità di concedersi il tempo di guardare, osservare le ricorrenze visive che portano a riflettere su quanto le immagini abbiano condizionato il nostro modo essere, ma anche sapere scorgere una forma di bellezza nella realtà, avendo la capacità di sottrarla al quotidiano per trasformarla in opera. La ricerca di Altamira ci porta a pensare come il compito dell’arte non sia necessariamente quello di produrre nuove immagini, ma forse la sua vera natura risiede nell’indicare quelle già esistenti. Come Marcel Duchamp faceva nei suoi ready-made. Come Franco Vaccari ha fatto con la fotografia. Con quest’ultimo artista Altamira ha condiviso varie esperienze nell’ambito dell’arte concettuale degli anni settanta, che hanno aperto la strada alla riflessione sull’immagine fotografica attualmente in corso. Il nostro autore ha cercato con le sue opere di non essere travolto dalla grande quantità di fotografie che caratterizza il nostro vivere contemporaneo, la sua intenzione è piuttosto ancora oggi di “salvarle dal diluvio”, tenendo aperta la porta alla casualità del ritrovamento, contestualmente alla cura negli accostamenti e alla profondità del pensiero.



MOSTRE 2025


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