07 CINETECA MILANO BIBLIOTECA DI MORANDO via Tofane 49 6 ottobre ore 16-21 7-8 ottobre ore 16-20 cinetecamilano.it
FILM E VIDEO SU MILANO Ugo La Pietra
A CURA DI MATTEO PAVESI E LUCA PANARO
Architetto di formazione, Ugo La Pietra è un artista, un designer, un teorico, per lui il cinema è sempre stato lo strumento più completo per guardare e interpretare l’ambiente in cui viviamo e operiamo. Ha guardato le cose che ci circondano nello spazio urbano, le ha guardate con curiosità e passione. Ha scoperto che la Stazione Centrale di Milano era divisa in due. Ha intuito come nella periferia urbana si potesse trovare un catalogo inesauribile di attrezzi e strumenti, segni, architetture realizzate in modo spontaneo con materiali di recupero. Ha realizzato uno strumento per guardare la città secondo una particolare angolazione e l’ha usato in un percorso dal centro alla periferia, ha dato indicazioni per come guardare, decodificare e abitare la città.
Ugo La Pietra, nato a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 1938, vive e lavora a Milano.
Il monumentalismo, 1974 Ed. Jabik, & Colophon, Milano - realizzato da Mario Livietti. Film 16 mm, b/n, sonoro, 13’, proprietà Ugo La Pietra e Archivio Fondazione Cineteca Italiana. «Il film, girato “dentro e fuori” la Stazione Centrale di Milano utilizza questo particolare oggetto architettonico, come “modello di comprensione” per scoprire che nell’ambiente in cui viviamo ed operiamo quasi sempre non esiste una relazione tra spazio e uso dello stesso. Individuare lo “scollamento” delle due parti sopra citate, vuol dire esprimere il proprio atteggiamento critico nei confronti di quella architettura che rifiuta di accogliere qualsiasi aspetto “vitale”, riducendosi a “strutture monumentali” che non sono in grado di contenere la dinamica dei rapporti umani».
La riappropriazione della città, 1977 Ed. Centre Georges Pompidou (Parigi), film 16 mm, b/n e colore, sonoro, 29’41’’, 4:3, proprietà Ugo La Pietra e Archivio Fondazione Cineteca Italiana. Con i soldi che vinsi al Festival di Nancy con il film La grande occasione realizzai il più lungo film della serie che girai dal ‘72 fino al 1977. L’opera è complessa e cerca di dimostrare il modo di riappropriarsi della città non tanto con interventi fisici ma con operazioni comportamentali e mentali. «Abitare è essere ovunque a casa propria: la frase, quasi uno slogan da carosello, apre il film come si inizia un manifesto, specie di parola d’ordine a cui la faccia sorridente di Ugo La Pietra – tutto intento per strada a farsi la barba riflettendosi nelle ante vetrate di un grande portone – offre l’evidenza delle immagini. Il cinema per La Pietra diventa un mezzo indispensabile per analizzare e decodificare l’ambiente, registrare le tracce di un’attività creativa originale, smontare e rimontare i topoi dell’architettura urbana, realizzare indicazioni di comportamento capaci di dar vita alla “propria” città. (...)». (Paolo Mereghetti, 1977)
Interventi pubblici per della città di Milano (Paletti e catene), 1979 Ed. Triennale di Milano, realizzato da Mario Tosi. film 16 mm, colore, sonoro, 6’29’’, 4:3, proprietà Ugo La Pietra e Archivio Fondazione Cineteca Italiana. Il film ironizza sulle mancate operazioni di trasformazione dello spazio urbano, operazioni che si limitano quasi sempre alla collocazione di “paletti e catene”: segnali provvisori di un’ipotetica trasformazione della città. Il film ripropone le sequenze di innumerevoli collocazioni dei dissuasori “Paletti e catene” commentate da frasi di architetti, assessori, membri di gruppi di animazione... che ne sottolineano la provvisorietà in vista di “fantomatiche” trasformazioni della città. L’aspetto ironico di queste letture è evidente: i paletti e le catene sono spesso presenti non in modo provvisorio (come sarebbe nella loro vera natura) ma, a memoria d’uomo, come “arredo della nostra città”.