La ricerca di Fabrizio Bellomo si rivolge spesso al tessuto umano e urbano della città di Bari, su questo aspetto si concentra questa esposizione come annunciato dal titolo. Il visitatore è accolto da una prima installazione video, una proiezione mostra il messaggio ricevuto recentemente da Bellomo su ebay da un certo Felix, che lo informa di avere ritrovato un rullino Kodak Portra 160 all'interno di una macchina fotografica Mamiya 645 da lui acquistata in precedenza proprio dall'artista. Felix ha sviluppato il rullino trovando interessanti le immagini di Bari che Bellomo aveva realizzato tempo prima, interessanti a tal punto da volerci fare a sua volta un progetto artistico. Una seconda proiezione mostra proprio la sequenza di fotografie di una Bari innevata ripresa in tutta spontaneità da Bellomo, immagini che si presentano con le tipiche imperfezioni della pellicola e gli errori di esposizione dei fotogrammi non ancora editati. Una giusta introduzione alla poetica di Bellomo che procedendo nella sala espositiva accompagna il visitatore al cinema, con la proiezione di tre film aventi come focus sempre la città di Bari. Luoghi inediti visti con gli occhi dell'artista che è capace di leggere il territorio con le sue stratificazioni storiche e al contempo con uno sguardo socio-antropologico tipico di chi utilizza l'arte come l'osservatorio privilegiato del presente.
L'ALBERO DI TRASMISSIONE, 2014 (47 min.) Il film racconta la storia dei Ciliberti, una famiglia che inventa e realizza congegni meccanici, motori, opere d’arte nel quartiere San Cataldo di Bari. Un film essenziale e profondo in cui Bellomo racconta tre figure maschili e la loro genialità tecnico-meccanica. Il nonno Rocco e la costruzione di un'automobile d'avanguardia, il figlio Simone e il cantiere pieno di oggetti di riciclo che trasforma in una sorta di museo d'arte, il nipote Nicola e il telefono con cui fotografa e realizza video.
VERNISSAGE, 2021 (42 min.) In una giornata assolata di luglio un gruppo di ragazze e ragazzi si muove dall’estrema periferia di Bari verso il mare, lungo la costa postindustriale, fatta di stabilimenti balneari dismessi e ruderi dimenticati. Tra balletti su TikTok, giochi, nuotate e canzoni, la gita al mare si trasforma in un momento di scoperta, la villa abbandonata di un pittore diventa il luogo inatteso di un dialogo possibile, di una restituzione sorprendente.
COMMEDIA ALL'ITALIANA, 2021 (54 min.) Un viaggio intimo e collettivo sugli archetipi dello Stato e del potere, sulla toponomastica e sui monumenti. Il protagonista del film, lo stesso regista, si aggira in motocicletta e tra ricerche su Google, partecipazioni a trasmissioni televisive e materiali d'archivio, emerge una riflessione sull'iconografia fascista ancora presente in molte città italiane. Bellomo analizza il territorio pugliese, il monumentalismo del Ventennio e quello contemporaneo, oggi dettato dalle isterie del marketing territoriale, fino al rifiuto di ogni forma di rappresentazione.
in collaborazione con OPR gallery, Milano
Fabrizio Bellomo è nato a Bari nel 1982. Ha partecipato alla 16ma Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia con il progetto Villaggio Cavatrulli. Con il film Commedia all'Italiana ha vinto il Premio Speciale della Giuria al 39mo Torino Film Festival.